Alternative a PayPal in Italia: ecco un elenco completo dei metodi di pagamento per e-commerce e piattaforme web.
Pubblicato da Davide, Aggiornato martedì 9 settembre 2014 2 Commenti »
PayPal è solido, sicuro, globale.. caro, ma nemmeno troppo. Spesso c’è l’esigenza di guardarsi attorno, per capire se esistono concorrenti e alternative, purtroppo però per il mercato italiano la situazione non è delle più rosee. Le alternative infatti esistono, ma generalmente sono attive solo nei mercati esteri (USA in primis) mentre in Italia operano in pochi. E’ bene comunque fare un elenco dei players, così da poterli monitore oggi e in futuro. Non vengono riportate qui le commissioni dei diversi servizi poichè nel tempo potrebbero variare, anche se in genere sono inferiori a quelle di PayPal. Attenzione però a valutare i pacchetti nella loro totalità, spesso infatti si nascondono costi dietro a canoni fissi, attivazioni, tariffe fisse in caso di rimborsi (refund delle transazioni).
Servizi operanti in Italia
Mangopay: di stampo francese, è indubbiamente il più competitivo. E’ stato concepito e viene utilizzato solamente da piattaforme di crowdfunding (ad esempio Ulule) e marketplaces (ad esempio Vinted). Ha però alcuni vincoli per quanto riguarda gli account base, oltre certe soglie di denaro ricevuto/scambiato bisogna inviare documentazione per validare la propria identità. Le API sono ben documentate e improntate a un facile utilizzo da parte dei programmatori.
Payza: attivo in diversi paesi tra cui anche l’Italia, offre tariffe vantaggiose se confrontato a PayPal, ma ha un processo di apertura del conto business per ricevere pagamenti un po’ macchinoso. E’ necessario inviare documentazione per validare la propria identità. E’ un servizio piuttosto utilizzato, esistono infatti plugin che permettono di usare questo gateway con noti plugin (ad esempio Easy Digital Download su WordPress, per creare il proprio marketplace).
Braintree: di fatto un ramo di PayPal dal 2013. E’ il gateway usato da Airbnb, Github e Uber, quindi non di certo l’ultimo arrivato. E’ stato acquisito da Paypal ed ora opera anche in Italia, con tariffe leggermente inferiori.
Google Wallet: è l’evoluzione del servizio Google Checkout. E’ forse ancora un po’ acerbo, è stato infatti concepito per un utilizzo principalmente mobile, tramite cellulare o tablet. L’utente deve possedere un account Google tramite il quale registra i dati della/e propria/e carta/e di credito che utilizzerà al momento dei pagamenti. In questa pagina i dettagli per aprire un account business per poter ricevere pagamenti.
2Checkout: opera in tutto il mondo, ma le tariffe non sono attualmente competitive rispetto a quelle di PayPal (sono infatti più alte).
Clickandbuy: è di fatto un portafoglio elettronico, dove gli utenti possono versare denaro per poi fare acquisti online sui siti che lo consentono. Il vincolo vero consiste appunto nell’apertura di un account da parte dei propri clienti. Esiste poi una piccola schiera di servizi domestici, mediamente cari soprattutto in virtù dei canoni o dei costi fissi di attivazione e con commissioni variabili in base al settore merceologico o ai volumi. Non tutti però, quindi un giro sui vari siti dei servizi è bene farlo. In genere si appoggiano tutti a singole banche, che hanno aperto un servizio per i pagamenti online, non si tratta quindi di vere e proprie piattaforme tipo paypal, ma di servizi che permettono al negozio online di ricevere denaro senza preoccuparsi della gestione dei dati delle carte di credito dei clienti.
- GestPay di Banca Sella
- xPay di CartaSi: si tratta del POS virtuale offerto dal circuito CartaSi
- Setefi di Intesa San Paolo
- IWSmile di IW Bank: POS elettronico per ricevere pagamenti che deve essere abbinato a un conto corrente della banca
- Secur Pay di Credem: POS virtuale
Per completezza, è bene citare anche un servizio di mobile POS, senza canoni fissi, da utilizzare per ricevere pagamenti al volo utilizzando il proprio smartphone. Cito solo Payleven, poichè è il più evoluto e semplice; esistono in ogni caso anche diversi servizi similari offerti da istituti di credito.
Servizi non ancora attivi in Italia
All’estero purtroppo le alternative esistono e sono davvero interessanti, certamente hanno tariffe competitive e servizi promettenti. Non resta che tenerle monitorate per capire quando e se saranno disponibili anche nel nostro paese.
Stripe: al momente attuale è in “private beta” per l’Italia, quindi candidato ad essere un servizio disponibile nel nostro paese a breve. Offre tariffe vantaggiose e stabilità, è infatti già presente in diverse nazioni del mondo, ha API ben documentate per diversi linguaggi e gestisce molte valute internazionali.
WePay: servizio pensato appositamente per le piattaforme (crowdfunding, marketplaces, SMB platform), può contare su clienti già affermati e delle API documentate al meglio.
Amazon Payments: è il sistema di pagamento di Amazon, aperto a tutti coloro che vogliono implementarlo sul proprio sito web. Può contare su una base utenti davvero notevole.
Swipe HQ: un sistema di pagamento che opera con diverse valute e può contare su una serie di plugin già preconfezionati per sistemi come Magento o WordPress
Ne conoscete altre? Segnalatelo nei commenti!
2 Commenti »
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Simone - Pubblicato il 17 01 2015 alle 18:18
Wepay non opera con l’Italia, ho appena ricevuto conferma via e-mail.
2
Mattia Notari - Pubblicato il 21 03 2015 alle 12:51
E soprattutto non hai messo bitcoin in cima alla lista; l’unico vero pagamento completamente gratuito senza canoni e senza costi!!!
Aggiungo solo che l’unica spesa da sostenere sono i miner che certificano ogni transazione fatta ad un costo di circa 0.0001 bitcoin, cioè neanche tre centesimi di dollaro.
Prendo la palla al balzo per farti leggere questo mio articolo: http://www.ingmattia.eu/2014/12/23/quello-che-la-gente-non-sa-sui-bitcoin/
Ciao