Redesign del blog: attenzione sui dettagli
Pubblicato da Davide
Si torna a parlare del redesign di diploD: ero partito dalla testata, questa volta mi soffermerò su alcuni dettagli come il form per i commenti o la data a fianco dei post.
Quando si mette in pratica un’azione di redesign, si pensa anche alla riprogettazione strutturale delle categorie. Ultimamente sentivo sempre più forte l’esigenza di separare gli articoli “tecnici” (passatemi il termine) da quelli prettamente personali. I contenuti di un post sulle vacanze in irlanda sono decisamente diversi da quelli di un articolo sul knowledge management. E’ nell’utilità dei lettori far percepire questi articoli come diversi: una esigenza che deve necessariamente prendere forma nel design.
A parte la separazione dei feed (a cui sto lavorando), il primo passo è quello di differenziare visivamente questi contenuti. Ho quindi pensato di realizzare il calendarietto che solitamente sta a fianco del titolo in due versioni differenti: una classica e una in stile post-it.
Già con un primo colpo d’occhio sarà quindi intuibile il taglio dell’articolo (tecnico piuttosto che personale). I box grigi sotto il calendarietto servono a contenere i link all’articolo precedente e successivo.
diploD si rifà il look
Pubblicato da Davide
Forse i più attenti l’avranno già notato: diploD si è rifatto le vesti..
Il template lo avevo in cantiere ormai da diversi mesi, ma per pigrizia non avevo mai fatto il cambio. Eccolo.
Resta sempre tutto liquido, ma i dettagli sono cambiati, chi ha l’occhio più abituato noterà le differenze.
A parte l’integrazione dei Gravatars, nei prossimi giorni illustrerò tecnicamente alcune soluzioni adottate, per continuare il lavoro iniziato a suo tempo.
Molti meno javascript inutili, per agevolare il caricamento, e una ristrutturazione del layout delle pagine singole. Anche la struttura resta simile, sia il CSS che l’XHTML sono stati riscritti da zero. Validazione W3C come garanzia e qualche bottoncino per l’accessibilità in alto a destra, anche se su quest’ultimo versante sono tante le cose che ancora devo migliorare.
Sempre nei prossimi giorni (mesi, ndr) tutti i template gratuiti per wordpress che ho rilasciato in passato verranno sistemati e aggiornati per la versione 2.6 secondo gli standard dettati dal team di wordpress, per poi essere pubblicati sul repository ufficiale dei temi. Tempo di rinnovamento.
NB: se in questi giorni incontrate qualche problemino nella navigazione segnalatelo nei commenti. I test che ho fatto sono tanti (FireFox, IE 7, Opera, Safari..) ma può sempre scappare qualcosina. Per quei testoni che ancora usano IE6, non resta che ricordare loro come fare.
Emozioni da bambino col Toshiba T1200
Pubblicato da Davide
Ieri sera ho infilato quella benedetta spina tedesca nella presa a muro. La lucina rossa si è accesa, buon segno. Ho fatto scattare l’interruttore nero e il beep mi ha fatto sussultare: il Toshiba T1200 era ancora vivo. Un portatile del 1987, comprato da papà per lavoro, utilizzato alla sera dal sottoscritto per giocare a formula uno con le freccie della tastiera, quando ancora non avevo i baffi.. che spettacolo!
Schermo LCD monocromatico, sistema operativo MS DOS 3.3, 1 mega di ram e tanta fantasia.. Quei pixel che si muovevano a scatto erano pane per fantasticare. Mi ha chiesto la data, all’avvio, quel poveretto. Gli ho confermato che eravamo nel maggio ’96, temevo il millennium bug.
Scoprire dopo tanti anni che quel coso funziona ancora mi stupisce; ho fatto lo stesso tentativo col portatile che monta windows 3.1 senza successo. E mai avrei pensato di poter far rivivere il toshiba preistorico.
Probabilmente poco importa ai più, ma pensare che oggi carico via bluetooth le foto scattate col cellulare, mi fa riflettere.
Ciò che mi chiedo, a cui non sono riuscito a trovare risposte, è: esiste un mercato per questi aggeggi da museo? Quanto può valere un portatile dell’87? Voi avete idea?
Incantevoli pianoforti e tecnologiche star
Pubblicato da Davide
Tra le varie forme di espressione artistica, la musica è quella che più mi sconvolge. La musica è transitoria, svanisce nel nulla dopo pochi minuti e a volte lascia l’amaro in bocca, un quadro invece puoi guardarlo finchè non ti senti appagato: ci sono melodie che vorresti interminabili.
Ebbene, ho scoperto un artista quasi per caso: Ettore Giuradei (sito ufficiale, myspace). Un pianoforte minimale e ritmi tra il folk e il rock. Arrangiamenti meravigliosi che fanno da cornice a testi tremendamente originali, tanto da farti scordare che esiste Gigi D’Alesssio.
Sono artisti fuori dal circuito, che ho sentito quasi per caso in un concerto all’aperto, e subito ho acquistato l’album. Autoprodotti, registrazioni fatte in casa ma una vena musicale molto più meritevole di tanta spazzatura propinata da MTV. E la notizia di questi giorni erano le folle di ragazzine al concerto dei Tokio Hotel. Certe cose fanno riflettere..
La notizia del giorno è invece quella dell’accordo Google-Radiohead. Dal Blog ufficiale quelli di bigG hanno annunciato di aver stretto un accordo con la famosa band per pubblicare on-line il lavoro del nuovo video, realizzato interamente senza telecamere, ma con l’ausilio di tecnologie per la cattura di immagini in 3D: Geometric Informatics e Velodyne LIDAR.
I sistemi di scanning di Geometric Informatics producono luci strutturate in modo da catturare le immagini in 3D con grande precisione, mentre il Velodyne Lidar è un sistema che usa molteplici radar finalizzati a rendere vasti ambienti e paesaggi. In questo video tutte le immagini sono state realizzate utilizzando 64 laser in rotazione di 360°, 900 volte al minuto.
Per chi fosse curioso: http://code.google.com/creative/radiohead/
Da qui è possibile prendere confidenza con le tecnologie utilizzate e vedere i risultati ottenuti. Dopo il tour a basse emissioni (idea peraltro seguita anche da Jovanotti), ora i radiohead se ne escono con questa trovata.
Marketing sapiente o amanti di tecnologia e ambiente?
Project Management: raccolta di idee per la tesi
Pubblicato da Davide
In principio era il post-it, oggi è il post. Al di là del gioco di parole: stiamo assistendo alla rivoluzione del nuovo web, dove le informazioni e le conoscenze vengono formalizzate in sistemi informatici che hanno il loro cuore pulsante sulla rete e sulle persone che vi appartengono. Che sia web o intranet poco importa. Qualcuno, più pacatamente, la chiama evoluzione: perché in fondo ciò che prima era consultazione, oggi è fruizione.
Project Management, Task Management, Project Portfolio, Knowledge Management, Product Data Management, SOA, Enterprise Application Integration e chi più ne ha più ne metta. Per chi ancora parla italiano: gestione dei progetti e del portfolio progetti, pianificazione delle attività, gestione della conoscenza, gestione documentale legata al prodotto, architetture software orientate ai servizi, integrazione delle applicazioni presenti in azienda. Sono queste le sfide di oggi, per una azienda che chiede all’infrastruttura ICT servizi fruibili e con una semplice finalità: soddisfare bisogni, più o meno estesi, all’interno dell’organizzazione. Per il cliente sono tutte attività che non creano valore aggiunto, per l’azienda sono la base operativa, a volte la prerogativa per il conseguimento dei risultati.
La gestione dei progetti va oltre la semplice pianificazione, diventa fondamentale condividere le informazioni sull’avanzamento delle attività, l’utilizzo delle risorse e i relativi costi. A maggior ragione per il reparto di Ricerca e Sviluppo: il portfolio progetti deve essere accessibile e visibile a tutti, i team di lavoro devono condividere files e documenti agevolmente, i ricercatori devono scambiarsi conoscenza agilmente. La conseguenza naturale di queste introduzioni è l’aumento della complessità delle tecnologie ICT: la gestione di tale complessità diventa un fattore critico per rendere utilizzabili i sistemi informatici.
Ecco quindi l’avvento delle SOA: Service Oriented Architecture. Il software deve fornire alcuni precisi servizi ed essere accessibile via web: Web Services.
Le piattaforme per la condivisione di documenti e progetti sono tantissime, il compito di un ingegnere gestionale sta nell’individuare i bisogni (requisiti) fondamentali per poi scegliere e sviluppare il software correttamente.